Con il rientro al lavoro e a scuola e la ripresa di tutte le attività connesse, settembre è un mese molto indicato per affrontare il tema del comfort acustico nei grandi ambienti collettivi.
Caratterizzati da ampi volumi e dall’utilizzo di materiali e superfici riflettenti, gli edifici pubblici e privati presentano spesso delle carenze sotto il profilo acustico. Ma, se in alcuni luoghi una corretta acustica ambientale è legata fondamentalmente al benessere degli utenti, in spazi come impianti produttivi, uffici e scuole è un fattore imprescindibile perché, oltre alla salute, le prestazioni acustiche di un edificio incidono in maniera determinante su produttività, apprendimento e rendimento.
Affaticamento e mancanza di concentrazione sono spesso conseguenza di ambienti troppo riverberanti: la rumorosità delle varie sorgenti sonore all’interno di ampi spazi chiusi si somma e si amplifica a causa delle riflessioni multiple generate da tutte le superfici (riverbero).
Gli interventi previsti per correggere e migliorare l’acustica in questi casi sono due: il primo si effettua applicando sulle superfici riflettenti (pareti e soffitti) elementi fonoassorbenti (pannelli) leggeri e porosi che attenuano il riverbero.
Il secondo intervento consiste nel collocare elementi tridimensionali (baffle, prismi ecc.) a determinate altezze, sospesi in modo da interrompere e ridirezionare (diffrazione) le onde sonore in movimento.
Il profilo acustico di un ambiente andrebbe determinato in fase di progettazione, scegliendo con cura i materiali e la loro collocazione, unitamente alla disposizione di spazi e volumi. In caso di edifici esistenti, l’intervento di personale tecnico qualificato può senz’altro far fronte a problemi di natura acustica che non siano stati considerati contestualmente al progetto o conseguenti a variazioni di utilizzo della struttura.